La Via Massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano

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9788895687735
Autore
Michele Moramarco

La Via Massonica è un testo basilare sulla Libera Muratoria autentica, quella che - pur nell'universalità tipica del cammino massonico - non ha reciso le proprie radici cristiane, né ha ceduto a interferenze esterne (laiciste, occultiste, o di altro genere), ma è rimasta ancorata alla legge sacra di Noach, codice di rettitudine per tutti gli uomini.

Le pagine di questo libro illustrano il tesoro dell'Arte Muratoria, che include:

  • L'ampliamento del campo di coscienza. E' un portato della disciplina simbolica, che abilita a vede­re o a creare nessi sottili tra le parti - anche le più remote tra loro - del reale. Il Libero Muratore è educato a cercare i semi di Luce sparsi nel mondo e a farli convergere nell’unità dello Spirito. L’Arte insegna a edificare l’anima come tempio, avvalendosi appunto di tutte le "particelle" di Logos (Gv. 1, 1-3), la Parola-Luce che è il Cristo Cosmico. Ma per costruire su una base stabile, non accidentata (e si tratta, qui, dell'anima), affinché poi l’edificio non crolli, occorre ripulirla dai detriti: le colpe, gli errori. Tale è lo spirito massonico del pentimento, necessità costante del vero Libero Muratore.
  • Una chiave di lettura del dramma universale - l’azione devastante del male - e dell'opera riparativa a cui è chiamato il Libero Muratore. Tale chiave si trova nella leggenda di Mastro Hiram, che rappresenta realmente, in forma di miniatura umana, processi cosmo-spirituali. Dietro la resurrezione corale di Hiram si intravede il Cristo innocente, come il ramoscello di acacia deposto sulla terra sepolcrale.
  • Il linguaggio dell'intuizione (la “Parola massonica”), acquisibile - oltre che nella disciplina simbolica - in quel divino silenzio di cui si alimenta il lavoro in Loggia. L’intuizione trascende i linguaggi dell’uomo - confusi fin dal tempo mitico della Torre di Babele (Gn. 11,1-9) - e ha accesso alle essenze della realtà: è il residuo psichico di quella lingua universale, gemmata dal Logos, che secondo il mito massonico fu perduta all’alba dei tempi, allorché il Creato, in cui tutti gli esse­ri dialogavano vivendo in armonia (Gn. 1, 1-31), venne travolto da una caduta che li alienò l’uno dall'altro. Da allora, solo una Parola sostitutiva è agibile, quella che accende l'intuizione. Henry Adamson, nel suo Muses Threnodie del 1638, la chiamava Mason word, gemellandola alla facoltà della seconda vista e collocando ambedue tra i carismi dei Fratelli Rosa+Croce. La preziosa Paro­la - che i Massoni “moderni'' hanno dimenticato, perdendola - giace tra i detriti nel ms. Graham.
  • La sublimazione dei processi emotivi e ideativi. E' ispirata, nell’Arte Muratoria, dalla Dolce Signora (Swete Lady, come è chiamata la Beata Vergine Maria nel Poema Regius del XIV sec.) che appare nella cripta dell’Arco Reale e con i Quattro Sunti Coronati la soffonde di candida Luce. D'altronde la Vergine, nel Cristianesimo spirituale, incarna Sophia, l’entità-saggezza, ricettiva e fecondante, che secondo un testo biblico era con Dio durante la composizione architettonica del Creato (Pr. 8, 22-31). La dottrina virginale comporta per il Libero Muratore un 'etica di purezza, giustizia e compassione.

Questo - e molto altro - sta nell'arcano della vera Massoneria.

La Via Massonica conduce il lettore dalla cripta della cattedrale di York fino ai voli dì luce de­gli istruttori spirituali dell’Arte, tra i quali il rosacroce inglese John Wilkins (1614-1672), finora quasi ignorato dai cultori di studi massonici, e il teosofo cristiano Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803), che abbandonò le Logge esteriori del tempo, ma fino all’ultimo - come attestano i suoi scritti - rimase il patrono di un lirismo simbolico-massonico proteso verso l'iniziazione al cuore di Dio.

La Via Massonica è un testo basilare sulla Libera Muratoria autentica, quella che - pur nell'universalità tipica del cammino massonico - non ha reciso le proprie radici cristiane, né ha ceduto a interferenze esterne (laiciste, occultiste, o di altro genere), ma è rimasta ancorata alla legge sacra di Noach, codice di rettitudine per tutti gli uomini.

Le pagine di questo libro illustrano il tesoro dell'Arte Muratoria, che include:

  • L'ampliamento del campo di coscienza. E' un portato della disciplina simbolica, che abilita a vede­re o a creare nessi sottili tra le parti - anche le più remote tra loro - del reale. Il Libero Muratore è educato a cercare i semi di Luce sparsi nel mondo e a farli convergere nell’unità dello Spirito. L’Arte insegna a edificare l’anima come tempio, avvalendosi appunto di tutte le "particelle" di Logos (Gv. 1, 1-3), la Parola-Luce che è il Cristo Cosmico. Ma per costruire su una base stabile, non accidentata (e si tratta, qui, dell'anima), affinché poi l’edificio non crolli, occorre ripulirla dai detriti: le colpe, gli errori. Tale è lo spirito massonico del pentimento, necessità costante del vero Libero Muratore.
  • Una chiave di lettura del dramma universale - l’azione devastante del male - e dell'opera riparativa a cui è chiamato il Libero Muratore. Tale chiave si trova nella leggenda di Mastro Hiram, che rappresenta realmente, in forma di miniatura umana, processi cosmo-spirituali. Dietro la resurrezione corale di Hiram si intravede il Cristo innocente, come il ramoscello di acacia deposto sulla terra sepolcrale.
  • Il linguaggio dell'intuizione (la “Parola massonica”), acquisibile - oltre che nella disciplina simbolica - in quel divino silenzio di cui si alimenta il lavoro in Loggia. L’intuizione trascende i linguaggi dell’uomo - confusi fin dal tempo mitico della Torre di Babele (Gn. 11,1-9) - e ha accesso alle essenze della realtà: è il residuo psichico di quella lingua universale, gemmata dal Logos, che secondo il mito massonico fu perduta all’alba dei tempi, allorché il Creato, in cui tutti gli esse­ri dialogavano vivendo in armonia (Gn. 1, 1-31), venne travolto da una caduta che li alienò l’uno dall'altro. Da allora, solo una Parola sostitutiva è agibile, quella che accende l'intuizione. Henry Adamson, nel suo Muses Threnodie del 1638, la chiamava Mason word, gemellandola alla facoltà della seconda vista e collocando ambedue tra i carismi dei Fratelli Rosa+Croce. La preziosa Paro­la - che i Massoni “moderni'' hanno dimenticato, perdendola - giace tra i detriti nel ms. Graham.
  • La sublimazione dei processi emotivi e ideativi. E' ispirata, nell’Arte Muratoria, dalla Dolce Signora (Swete Lady, come è chiamata la Beata Vergine Maria nel Poema Regius del XIV sec.) che appare nella cripta dell’Arco Reale e con i Quattro Sunti Coronati la soffonde di candida Luce. D'altronde la Vergine, nel Cristianesimo spirituale, incarna Sophia, l’entità-saggezza, ricettiva e fecondante, che secondo un testo biblico era con Dio durante la composizione architettonica del Creato (Pr. 8, 22-31). La dottrina virginale comporta per il Libero Muratore un 'etica di purezza, giustizia e compassione.

Questo - e molto altro - sta nell'arcano della vera Massoneria.

La Via Massonica conduce il lettore dalla cripta della cattedrale di York fino ai voli dì luce de­gli istruttori spirituali dell’Arte, tra i quali il rosacroce inglese John Wilkins (1614-1672), finora quasi ignorato dai cultori di studi massonici, e il teosofo cristiano Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803), che abbandonò le Logge esteriori del tempo, ma fino all’ultimo - come attestano i suoi scritti - rimase il patrono di un lirismo simbolico-massonico proteso verso l'iniziazione al cuore di Dio.

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