Il libro nella giungla

"La telecamera riprende tutto, mentre Giorgio fa qualche commento. Racconta che una ventina di anni prima, negli Stati Uniti, aveva iniziato a portare il cibo vegetariano agli homeless nei sobborghi di San Francisco, e da allora aveva sempre cercato di portare aiuto ai bisognosi.

Un sentimento nobile il suo che si stava diffondendo e che stava toccando anche il mio cuore, chi lo sa, forse per sempre. Non è facile mettersi nei panni di chi soffre. Talvolta e necessario fare uno sforzo sovrumano.

Bisogna uscire dalla pigrizia mentale del "tutto perfetto" in casa propria e, anche solo per un po', riuscire a indossare gli abiti di chi non sa più dove sbattere la testa.

Ti ci siedi vicino, mangi un boccone insieme, e le parole che condividi in quel momento diventano la sua speranza, la sua salvezza. Tutto il mondo gli rema contro. La sua mente, la sua stessa anima; ma to sei li a dirgli che non e poi tutto cosi nero, che l'opportunità si ripresenta e bisogna sentirsi pronti a intravedere anche un minimo barlume di speranza..."